Il 25 ottobre – Giornata di Resistenza e di lotta dei territori sardi
E’ stata una giornata importante nella storia delle nostre lotte. Le rappresentanze di tutti i territori della Sardegna hanno sfilato dietro un’unica bandiera apartitica, ma fortemente politica: quella della tutela del diritto inalienabile dei sardi alla Salute, diritto che non può prescindere dalla difesa degli ospedali dei territori disagiati e delle città. La Rete ha dato una dimostrazione concreta di come sia possibile fare Politiche giuste, amministrare al meglio il Bene collettivo come quello della Salute. Anche se abbiamo ben capito che ciò implica una rivoluzione radicale dell’intero sistema politico.
La Rete ha saputo dare un nuovo impulso alle lotte per i diritti dei sardi. La distanza dai partiti politici e la partecipazione attiva delle comunità nell’elaborare soluzioni possibili ai processi di smantellamento degli ospedali pubblici e di tutti i servizi sanitari territoriali, hanno fatto della Rete Sarda Difesa Sanità Pubblica un’avanguardia riconosciuta e rispettata in loco ed oltre Tirreno.
E’ palese che la Rete dei comitati sia particolarmente temuta dalle forze politiche di maggioranza e di opposizione presenti in Consiglio Regionale, entrambi responsabili dello smantellamento dei nostri ospedali. La complessità del tema sulla Sanità, in questi anni, ha richiesto a ciascuno di noi studio, approfondimenti e confronti costanti all’interno dei territori e tra i territori. Le nostre analisi, le nostre osservazioni e le nostre proposte che partono dalle specificità locali, sono arrivate costantemente nelle redazioni dei giornali e sui tavoli della Politica a tutti i livelli.
La miopia, l’ignoranza e la sudditanza che spesso regna sovrana nelle istituzioni sarde, non ci hanno fermato.
Abbiamo interloquito con amministratori locali talvolta condizionati dall’appartenenza partitica, i nostri messaggi sono arrivati sui banchi di ogni singolo consigliere della Regione Autonoma, della Commissione Sanità, della Giunta e delle Presidenze. I momenti di confronto non sono mancati con le leadership dell’Azienda sanitaria. Abbiamo fatto pervenire documenti preziosi alle ministre della Salute che si sono alternate negli ultimi governi a Roma, ci siamo appellati persino agli Ordini dei Medici della Sardegna.
Abbiamo messo a disposizione le nostre competenze al Presidente del Consiglio con lo spirito di collaborare perché si evitassero danni per le nostre comunità. Abbiamo chiesto audizioni alla Commissione Sanità, assolutamente non all’altezza dei compiti.
Nonostante il colpevole silenzio generale, le nostre azioni non sono state inutili e la storia ci chiede di andare avanti. Se non lo facciamo noi, nessuno lo farà per noi.
Grazie all’attività di ogni nostro comitato la Rete sta sperimentando un modello di partecipazione dal basso alle scelte politiche. In questi anni, giorno dopo giorno, abbiamo praticato il ruolo di opposizione e di proposta a chi governa la Sardegna in materia sanitaria. E’ una sperimentazione straordinaria visto che le forze politiche deputate all’opposizione in Consiglio, hanno rinunciato al ruolo.
Noi non sappiamo quando, ma è certo che ci sarà la stagione per la raccolta dei frutti del grande lavoro della Rete.
Per questo dico che la lotta e la Resistenza è un dovere quando le decisioni neoliberiste-antipopolari diventano Legge come nel caso della Sanità.
Il 25 ottobre è stato un evento speciale non solo per partecipazione numerica, di cui parlano le immagini, ma perché le rappresentanze di tutte le comunità sarde in lotta per difendere i propri ospedali hanno deciso di non abdicare alla guida dell’importante processo in corso.
Il 25 ottobre è anche la conferma che il “re è nudo”. Dall’interlocuzione con i vertici della Giunta e della Massima assemblea dei sardi, per la sufficienza, la superficialità, l’arroganza, il vuoto delle loro argomentazioni, i buchi di memoria, il negare tutto di fronte all’evidenza dei fatti, i tentativi di dividerci anche con toni che violano lo stile di correttezza previsto dal Protocollo istituzionale, si deduce che il cammino della Rete è lungo e ciascuno di noi deve impegnarsi perché nessun ostacolo blocchi il suo percorso. Cresceranno su tanti fronti i tentativi per minare la nostra solidità.
La Rete Sarda dopo aver bocciato i rappresentati istituzionali per l’inutile audizione, attende di poter visionare la “garantita bontà” delle modifiche al piano di riorganizzazione della rete chirurgica.
La Lotta continua.
Claudia Zuncheddu – portavoce Rete Sarda Difesa Sanità Pubblica
Galleria immagini di Patrizia Zuncheddu
filmati della manifestazione:
Intervista a Claudia Zuncheddu all’inizio della manifestazione
Manifestazione Rete Sarda difesa Sanità Pubblica: IL CORTEO
Manifestazione rete Sarda Sanità Pubblica: Claudia Zuncheddu
Manifestazione Rete Sarda Sanità Pubblica: Gigi Pisci
la voce dei territori alla manifestazione della Rete Sarda Sanità Pubblica
Manifestazione rete Sarda Sanità Pubblica, dopo l’incontro con l’assessore
rassegna stampa
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il Sarrabus: CAGLIARI, Sarrabus in piazza per difendere l’ospedale “San Marcellino”
timgate: In piazza contro riordino rete ospedali
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