Claudia Zuncheddu Blog
Bell’accabbu: Cappellacci inquisito
Quale produttività e quale futuro?
ECO-ENERGIA
OPPOSIZIONE ABBANDONA COMMISSIONE PER PROTESTA
Ancora una volta il presidente Cappellacci con le sue continue latitanze abdica alle sue responsabilità istituzionali delegando assessori della sua giunta. Assessori che in questi mesi si sono alternati in audizione presso la commissione Ambiente, manifestando in modo palese la propria inadeguatezza nell’affrontare il tema energetico.
Oggi più che mai, tra una fuga e l’altra… non solo di gravi e preoccupanti notizie sul fronte energie-eolico… chiediamo al presidente della Regione che si assuma le proprie responsabilità soprattutto alla luce delle insistenti e dettagliate notizie apparse su quotidiani di diversi orientamenti politici, notizie riguardanti “Comitati d’Affari” in odor di mafia con collegamenti inquietanti a settori economici chiacchierati e con la chiamata in causa delle istituzioni e di funzionari regionali preposti al controllo pubblico di questi settori specifici.
Fatti denunciati da tempo e su cui le istituzioni tacciono.
Non vorrei che ci fosse un piano organizzato per liquidare interi settori della nostra economia per conto di meris d’oltremare con connivenze sarde. In questo contesto delicatissimo, il presidente Cappellacci, massima istituzione regionale, è costantemente “uccel di bosco”.
L’improduttività della V Commissione, a distanza di oltre un anno dall’insediamento dell’ultimo Consiglio Regionale, in virtù della sua grande importanza tra economie agro-pastorali in totale declino, equilibrio ambientale ad alto rischio, spopolamento del territorio, il problema energetico… è tale da suscitare imbarazzo.
Tutto sembra funzionale alla liquidazione di questi settori strategici della nostra economia seppur in crisi.
In numerose occasioni, per le assenze dei consiglieri di maggioranza, non è neppure garantito il numero legale, condizione necessaria per l’avviamento dei lavori. Quale produttività e quale futuro?
Claudia Zuncheddu
Consigliera della V Commissione
Sulla territorialità della pena
AGI) – Cagliari, 8 mag. – Oltre 3.000 firme sono state raccolte in pochi mesi dal Comitato per la territorialità della pena, nato a Sassari a settembre dello scorso anno e presente in quasi tutto il territorio regionale. Con la petizione il Comitato sollecita il rientro in Sardegna dei 225 detenuti sardi reclusi in istituti di pena della Penisola.
In base alla legge, ricorda il Comitato, il detenuto deve scontare la pena in strutture che non distino oltre 300 chilometri dal luogo di nascita o residenza. “Non solo questo non avviene – ha spiegato Rosa Foddai, portavoce del Comitato che stamane ha manifestato a Cagliari sotto il palazzo del Consiglio regionale – ma sono detenute lontano da casa anche persone ancora in attesa di giudizio. Con questa petizione – ha spiegato – sollecitiamo la Regione ad applicare il protocollo firmato con il Ministero della Giustizia e a pretendere il rispetto della territorialità”.
Da L’Unione Sarda del 09 Maggio 2010
“I DETENUTI SARDI SCONTINO LA LORO PENA NELL’ISOLA”
Un comitato ha raccolto tremila firme: “Si rispetti l’intesa Regione-governo”.
Tremila firme, una sola richiesta: i detenuti sardi che scontano la pena nelle carceri fuori dall’Isola rientrino in Sardegna. Tremila firme raccolte grazie a una petizione popolare organizzata dal Comitato per la territorialità della Pena, nato nel settembre 2009 a Sassari dopo la vicenda che ha visto coinvolto Bruno Bellomonte. Il Comitato chiede l’applicazione della legge 354 del 1975, che consente ai detenuti condannati o in attesa di giudizio, di scontare la pena negli istituti territorialmente vicini alle loro famiglie.
L’INIZIATIVA. Ieri il comitato ha simbolicamente recapitato le firme davanti al palazzo del Consiglio Regionale, Polemiche perché la Seconda commissione consiliare, quella sui diritti civili, non ha ancora voluto incontrare una delegazione del comitato. “Dopo l’arresto di Bruno Bellomonte”, ha detto Rosa Foddai, portavoce del comitato, “oggi in un carcere calabrese, abbiamo preso atto della situazione delle famiglie sarde che hanno un congiunto detenuto fuori dall’Isola e che comportano enormi disagi economici e psicologici. Non solo, perché ne va del diritto alla difesa per gli altissimi costi legali e di viaggio. Esiste una legge del 1975 che impone le territorialità della pena. In Sardegna è stata confermata da un protocollo d’intesa del 2006 tra Regione e ministero della Giustizia dove viene ribadito il principio che i detenuti possano scontare la loro pena vicino alle famiglie”.
Ma l’Assessore Liori è solo confuso oppure…
Risposta dell’ Assessore alla Sanità all’interrogazione depositata in Consiglio Regionale il 19 Giugno 2009 sul monitoraggio del Poligono di Quirra
(per l’interrogazione clicca qui www.consregsardegna.it/XIVLegislatura/Interrogazioni/Irg0053.asp)
In riferimento all’interrogazione di cui all’Oggetto ed ai fini di una più agevole comprensione di quanto si andrà esponendo, si ritiene utile fare una breve premessa introduttiva ai successivi argomenti trattati.
Il 28/04/2008, con decreto del Ministero della Difesa, è stato costituito, in base alla Legge 27/12/06, n. 296, il Comitato misto Territoriale di Indirizzo (CIPT) per l’espletamento del monitoraggio ambientale e sanitario nella aree adiacenti il Poligono di tiro Interforze del Salto di Quirra.
Tale Comitato, presieduto dal Comando Militare, è rappresentato da militari, dai Presidenti delle Province e dai sindaci del territorio, da rappresentanti delle ASL di Cagliari e Lanusei e dai rappresentanti delle ASSOCIAZIONI “Gettiamo la Basi” e “Pari Opportunità”.
Po no s’indi scaresci
Messaggio per gli amici Ricordatevi del nostro progetto africano. I bambini tuareg nel deserto del Mali sono soli. Hanno bisogno di acqua, pane e scuola. Aiutiamoli perché siano messi nella condizione di formare una classe...
Dura lotta per l’Anfiteatro romano di Cagliari
A distanza di dieci anni il gioiello identitario della città continua ad essere imprigionato dal rivestimento di legno. Il Comune di Cagliari insensibile e irresponsabile persiste nel non voler porre rimedio agli ennesimi danni prodotti contro la memoria storica dei sardi. L’operazione maldestra costò circa sette miliardi delle vecchie lire…
Claudia Zuncheddu
Da La Nuova Sardegna del 03 Maggio 2010
Sul monumento degradato dalle tribune di legno del Comune si potrebbe intervenire e poi rivalersi per le spese sulla municipalità
(di Alessandra Sallemi)
CAGLIARI. «Visto il carattere di temporaneità e amovibilità dell’intervento»: è la frase chiave di tutte le autorizzazioni rilasciate dagli enti di tutela archeologica e paesaggista sulle tribune di legno con le quali nel 2000 il comune di Cagliari ha seppellito l’anfiteatro romano. Una frase smentita ogni anno, fino a oggi. L’insipienza iniziale delle istituzioni, mantenuta nel corso del tempo, sembra aver rafforzato l’intenzione non più occulta del Comune di non smontare la legnaia: quest’anno non ha neppure tolto il palco, fatica minima, l’unica garantita alla fine delle stagioni degli spettacoli estivi. Nel luglio 2009 un gruppo di consiglieri regionali, Claudia Zuncheddu in testa, hanno rinverdito la protesta di chi per anni ha gridato allo scandalo per la sepoltura di un monumento conosciuto fra gli studiosi.
Giù le mani da Emergency
Certi “guerrafondai” accusano Emergency di non si sa che…
L’impegno concreto dei medici chirurghi di Emergency è sotto gli occhi del mondo.Emergency ovunque operi è sempre neutrale. Le sue cure sono garantite a tutti a prescindere da posizioni politiche e dal credo religioso. A Emergency si deve l’esistenza di numerosi ospedali nelle aree più depresse del mondo, così come contribuisce alla campagna internazionale per la messa al bando delle mine antiuomo.
Gino Strada con pochissimi mezzi fondò Emergency, un’organizzazione piccola, agile e altamente specializzata, capace di intervenire in favore delle popolazioni civili vittime della guerra, evitando le sofferenze legate alle lentezze burocratiche delle grandi organizzazioni. Gino si formò professionalmente al Policlinico di Milano. Lo conobbi nel reparto di Chirurgia d’Urgenza del prof. Staudacher che ebbi occasione di frequentare per alcuni anni. La Scuola di Prof. Staudacher era un’eccellenza europea che formò un’avanguardia di medici chirurghi che oggi operano in tutto il mondo. Lo ricordo in sala operatoria “a testa bassa” impegnato in un intervento molto complesso. A distanza di alcuni decenni Gino Strada continua “a testa bassa” a salvare vite umane non più nelle sale operatorie del Policlinico di Milano o a Città del Capo o negli USA o in Gran Bretagna, ma spesso in poveri e precari “ospedali da campo” nelle zone più depresse del mondo e in guerra.