Rossomori chini seus
Rossomori è la memoria storica del sardismo, dell’antifascismo e dell’azionismo. E’ a fianco dei sardi nella lotta per “l’autodeterminazione e la liberazione, per costruire la nazione sarda, la sua sovranità, la sua indipendenza in una Europa di popoli e nazioni solidali e uguali”.Rossomori è erede del sardismo di Lussu e di Bellieni e di coloro che diedero origine all’Associazione Combattenti prima e al Partito Sardo d’Azione poi, dopo la tragica esperienza della prima guerra mondiale che cancellò un’intera generazione di sardi.Rossomori: così furono definiti i militanti del Psd’Az, con Lussu e altri leader, che organizzarono in Sardegna la resistenza militante contro lo squadrismo fascista e la nascente dittatura, in difesa della libertà e dei diritti del popolo sardo e delle masse lavoratrici.I Fasciomori furono invece quei dirigenti e militanti del Psd’Az, anch’essi reduci della prima guerra mondiale e fondatori dell’Associazione Combattenti, che aderirono singolarmente al nascente fascismo credendo che la “modernizzazione fascista” potesse essere un veicolo per risolvere la situazione di grave sottosviluppo economico della Sardegna. Come se si potesse raggiungere uno sviluppo economico solidale negando la libertà e i diritti.I Fasciomori, divenuti poi dirigenti del Partito Nazionale Fascista in Sardegna, furono in alcuni casi i migliori servi della dittatura fascista italiana. Proibirono ai sardi l’uso della propria lingua nelle scuole e nei luoghi pubblici, vietando persino la vendita delle poesie in sardo alle feste popolari e il tradizionale gioco della morra. Durante i 22 anni di dittatura terroristica fascista, mantennero la Sardegna in una situazione di colonialismo, privando i sardi e gli italiani della propria libertà. Furono complici degli stermini delle minoranze etniche, culturali, religiose, politiche e persino omosessuali.