Mentre in Sardegna aumenta l’incidenza dei tumori verosimilmente causata dall’inquinamento ambientale, a tutt’oggi l’Isola non è dotata del Registro Tumori regionale dietro l’alibi dei costi.
Qual è l’incidenza dei tumori nell’Isola? In quali particolari zone si massimizza il rischio di contrarre malattie? È a queste domande che dovrebbe rispondere un “Registro Tumori” che, guarda caso, in Sardegna non esiste. Proprio in Sardegna, dove circa 445mila ettari del nostro territorio sono iscritti tra i “Siti d’Interesse Nazionali per le bonifiche” a causa dell’entità della contaminazione ambientale e del rischio sanitario. L’isola detiene il triste primato di essere l’area contaminata più vasta in Italia.
Il vecchio Piano triennale dei Servizi Sanitari si poneva, fra gli obiettivi, quello dell’istituzione del Registro tumori. In tutti questi anni, nonostante varie sollecitazioni, non si è voluto procedere all’istituzione del Registro tumori, ufficialmente a causa degli “elevati costi di realizzazione”.
Ma su questo ci sarebbe tanto da dire. Ci si dovrebbe anzitutto chiedere per quale motivo “l’acquisto di arredi” e “l’assunzione di segretarie” (che l’assessore alla Sanità, nel 2011, indicava come necessari per l’istituzione del Registro) debbano proprio essere computati fra i costi di realizzazione del medesimo (che al massimo, essendo un database, richiede spese di natura informatica e non arredo-ornamentale!).
Tuttavia, se realmente il problema sono i “costi” (che non siano né scrivanie, né segretarie), è possibile implementare il Registro utilizzando un unico flusso informativo, molto economico e già nelle disponibilità della Regione: quello dei diagnosis-related groups (DRG). Ad ogni paziente visitato presso una struttura ospedaliera sarda, a cui sia riscontrata una patologia tumorale benigna o maligna, viene attribuito un particolare codice DRG che, insieme alle schede di dimissione ospedaliera (SDO), consente di classificare i pazienti dimessi dal singolo ospedale tenendo conto dell’età, della provenienza, del sesso, del tipo di dimissione, della diagnosi principale e di quelle secondarie nonché delle prestazioni eseguite all’interno delle strutture. Questi dati sono già informatizzati all’interno del SISAR (Sistema informativo sanitario integrato regionale).
Essendo dati già disponibili e informatizzati da circa dieci anni, basterebbe dare l’incarico all’Osservatorio epidemiologico dell’Assessorato alla Sanità di filtrare e aggregare i dati relativi ai DRG e alle SDO di pertinenza tumorale, anonimizzarli e inserirli all’interno di un database dedicato.
In maniera veloce ed economica si potrebbe costruire un “Registro Tumori” e un “Registro Tumori Infantili” efficaci ed efficienti. Basta volerlo.
È un diritto dei sardi sapere quanti siano i morti di tumore nell’Isola, in quali aree sia massimizzato il rischio di contrarre malattie e quanto l’inquinamento ambientale incida sulla nostra Terra e sulle nostre popolazioni.
Questa proposta, di seguito indicata, servirà da base di lavoro, nella prossima legislatura, per dare immediata attuazione al Registro. Una base di lavoro che costa poco, può dare risposte immediate e può migliorarsi nel corso del tempo. Senza mobili, né segretarie.