INTERPELLANZA ZUNCHEDDU – URAS – BEN AMARA – CUGUSI – SECHI – sugli sfratti esecutivi in corso nella Provincia Carbonia – Iglesiasai danni di famiglie di agricoltori-allevatori a seguito della messa all’asta delle proprie abitazioni e aziende da parte del Tribunale
Premesso che
– la grave crisi che sta colpendo l’economia sarda ed in particolar modo le famiglie e le aziende del settore agro-pastorale ha avuto in questi ultimi giorni dei risvolti drammatici sotto il profilo sociale;
– non accenna infatti a placarsi la drammatica realtà delle aziende agricole sarde oramai al collasso dopo aver contratto ingenti debiti anche a seguito della concessione dei mutui previsti dalla Legge Regionale 44/88, che avrebbe dovuto in realtà consentire agli agricoltori di ripianare i debiti a tasso agevolato;
– i titolari delle suddette aziende continuano a subire l’esproprio dei loro beni e in particolare delle proprie abitazioni e delle stesse aziende, sottoposte all’ordine di sfratto forzato perché ancora oggetto di aste giudiziarie da parte dei tribunali;
Preso atto che
– soprattutto in alcuni comuni della provincia Carbonia – Iglesias (ultimo caso quello in località di Terra Segada) negli ultimi giorni si sono verificati problemi di ordine pubblico e tensioni durante le manifestazioni di protesta con pacifici intenti partecipate da centinaia di cittadini e attivisti di vari movimenti;
Sfratti forzati: il settore agropastorale al tracollo
Un’atra scummissa ma sa Regioni Sarda no arrespundidi
La Maledetta Via della morte
I sardi in ginocchio per la povertà pagano per la “truffa delle bonifiche”
Pagano paradossalmente per ammalarsi e per morire
Le istituzioni regionali tacciono sulle scorie mai uscite
Consiglio Regionale della Sardegna
XIV Legislatura
Interrogazione ZUNCHEDDU con richiesta di risposta scritta
sul frequente allarme su rifiuti tossici e radioattivi nel Nord Sardegna e in particolare sulle irregolarità nelle procedure dello smaltimento dei rifiuti provenienti dagli insediamenti militari di La Maddalena e diretti a Scala Erre e Canaglia
Premesso che
– Il 21 Agosto 2008 è stato inoltrato dall’ex vice-sindaco di porto Torres un esposto – denuncia alla Procura Generale della Repubblica presso il Tribunale di Sassari sullo smaltimento dei rifiuti provenienti da insediamenti militari di La Maddalena e con il quale si chiede:
Equitalia: sottrarre ai “Poveri” per dare ai “Nuovi Poveri”
Interpellanza Zuncheddu – Uras – Ben Amara – Cugusi – Sechi su interventi urgenti per i contribuenti indebitati con Equitalia
I sottoscritti Consiglieri Regionali,
Premesso
– che la Giunta Regionale con delibera n. 23/3 del 12 maggio 2011 dispone di destinare 10 milioni di euro alle persone ed ai nuclei familiari con reddito pari o inferiore alla soglia di povertà che non sono in grado di far fronte agli oneri di natura tributaria con Equitalia;
– che tale somma, che riteniamo estremamente insufficiente in rapporto al dramma sociale ed economico che vivono le nostre comunità, viene recuperata all’interno delle risorse di 30 milioni di euro, stanziate per gli interventi di contrasto alle povertà e nello specifico sulla concessione di contributi finalizzati all’abbattimento dei costi dei servizi essenziali;
– che nella stessa delibera tra i vari interventi c’è l’istituzione di un tavolo di confronto con Equitalia, INPS e Agenzia delle Entrate;
Mistero sull’Armamentario bellico a Santo Stefano
Interrogazione con richiesta di risposta scritta Zuncheddu – Uras – Ben Amara – Cugusi – Sechi sul trasferimento e la custodia di armamentario bellico custodito per 17 anni presso il Bunker di santo Stefano e successivamente trasportato su navi passeggeri dalla Sardegna a Civitavecchia
Premesso che:
– da quanto appreso dalle recenti fonti di informazione (in particolare dai quotidiani “La Nuova Sardegna” e “La Repubblica”), nel maggio 2011 un Sull’ingente carico di materiale bellico (già oggetto di importanti inchieste della magistratura sul traffico internazionale di armi) è stato trasferito da depositi sotterranei nell’isola di Santo Stefano, utilizzando navi passeggeri della Saremar e della Tirrenia, dalla Sardegna a Civitavecchia;- sull’enorme carico di armi in oggetto fu sequestrato nel 1994 nel Mediterraneo (30 mila fucili d’assalto Ak 47, 150.000 caricatori, 32 milioni di proiettili in calibro 7,62×33, 5 mila Bm 21 da 122 mm, 50 lanciatori e 400 razzi anticarro Rpg) perché destinato a rifornire il traffico clandestino di materiale bellico;
Sottolineato che
– dalla data del sequestro sino al maggio 2011, e quindi per ben 17 anni, questo arsenale sarebbe stato custodito nel deposito di Guardia del Moro, nell’arcipelago de La Maddalena, dove all’epoca attraccavano ancora sommergibili nucleari americani;
Sfratti forzati: la mia lettera al Prefetto
Sfratto forzato e grave problema di ordine pubblico già alle prime ore del mattino Spett.le Prefettura Cagliari, 20 Luglio 2011 All’attenzione del Prefetto dott. Giovanni BalsamoE p.c. al Presidente della Provincia C.I. ing. Salvatore Cherchial Sindaco di Carbonia dott. Giuseppe Casti
Egr. dott. Balsamo
Mi rivolgo a Lei, in un momento di grave emergenza sociale che sta colpendo l’economia sarda, le famiglie e le aziende, in particolar modo del settore agro-pastorale. In queste ore, è in corso nelle campagne di Barbusi, loc. Terra Segada, nel comune di Carbonia, uno sfratto esecutivo ai danni di una famiglia di agricoltori-allevatori (famiglia Saliu) che, a causa della crisi economica e degli indebitamenti conseguenti, ha visto la messa all’asta della propria casa e della propria azienda.
Visto che il Consiglio Regionale della Sardegna, di cui mi onoro di far parte in qualità di consigliera, ha votato recentemente un ordine del giorno con il quale si chiedeva la sospensione della messa all’asta, da parte dei tribunali, delle aziende agricole indebitate e il conseguente blocco degli sfratti, con un’azione presso le banche depositarie dei debiti dei nostri agricoltori e dei nostri pastori, Le chiedo in veste di sarda e di rappresentante della massima Assemblea dei Sardi, un Suo cortese intervento affinché lo sfratto venga sospeso momentaneamente in virtù anche dei deliberati del Consiglio Regionale.
Il “NO” alla chimica verde dell’Ass. Medici per l’Ambiente – (ISDE)
Come cittadina, come medico e come politico ambientalista sostengo ISDE – Ass. Medici per l’Ambiente” e sono con loro in prima linea per la difesa del territorio, della salute dell’aria, della terra e delle acque, da cui non può prescindere la salute attuale e futura delle popolazioni sarde.
La CHIMICA VERDE: un inganno da smascherare subito. Con essa si vuole imporre ai sardi un nuovo modello di sviluppo altamente inquinante, che distruggerà irrimediabilmente le nostre economie tradizionali e il futuro delle prossime generazioni.
Divulghiamo la voce della scienza, i suoi chiarimenti e le sue preoccupazioni, per strappare il futuro e la salute delle nostre generazioni alla speculazione.
Documento ISDE Sassari-Sardegna
Il Direttivo dell’ Associazione Il Medici per l’ambiente (ISDE) di Sassari-Sardegna, riunito presso l’Ordine dei Medici in data 13 luglio 2011 insieme al Referente Ordinistico per le problematiche ambientali, dopo un attento esame della proposta sulla Chimica Verde, come dai protocolli d’intesa riservati e addendum sottoscritti dai rappresentanti dell’ENI, della NOVAMONT, degli enti locali e dei sindacati,giunge alle seguenti osservazioni di procedura e di merito:
– Rileva che nell’ambito dell’investimento di € 1.200 milioni, sono compresi, arbitrariamente, i € 530 milioni destinati alla bonifica del sito industriale di Porto Torres.
La RAS continua a tacere sul mistero delle armi a Santo Stefano
Comunicato Stampa
Anomalie sulla custodia e sul trasferimento di armamentario bellico presso il deposito di Guardia Del Moro, nell’arcipelago della Maddalena.
Abbiamo appreso dalla stampa, di un ingente carico di materiale bellico trasferito prima dai bunker dell’isola di Santo Stefano alla Maddalena e Palau, e successivamente trasferito da Olbia a Civitavecchia, paradossalmente su traghetti passeggeri anziché su mezzi militari.
Per ben 17 anni questo materiale sarebbe stato custodito nel deposito di Guardia del Moro nell’arcipelago della Maddalena, sottoponendo tutta la popolazione a gravissimi rischi : era stato per giunta avanzato un ordine di distruzione delle armi, che venivano custodite in un’ area dove attraccavano ancora sommergibili nucleari americani.
Per tali motivi abbiamo presentato un’interrogazione con la quale pretendiamo risposte da parte delle Istituzioni Regionali per sapere fra le altre cose:
Quali istituzioni hanno autorizzato la custodia e il trasferimento dell’ armamentario attraverso navi passeggeri mettendo a rischio l’incolumità di questi ultimi, senza neanche informarli dei rischi a cui erano sottoposti ?
Sono state rispettate le misure di sicurezza disposte dalla normativa vigente in merito?
Sui costi della Politica
Comunicato Stampa
Non è una questione di numeri di consiglieri ma di privilegi, di scarsa produttività e di negazione della democrazia.
L’imponente manifestazione in corso a Cagliari, che vede la partecipazione massiccia dei sardi provenenti da tutta l’isola è l’ennesimo segnale della drammaticità della crisi sociale ed economica che attanaglia la Sardegna, e a cui il sistema politico stenta a trovare soluzioni.
Lo stesso allontanamento e la disaffezione dei cittadini alla politica, impone una più ampia partecipazione democratica alle scelte sul futuro dei sardi. Siamo di fronte ad una democrazia fortemente autoritaria ed elitaria che di fatto impedisce il rinnovamento della politica e la creazione di spazi di democrazia partecipativa. Da qui la necessità di rottura di tutti quei cliché e di quei metodi che portano alla difesa dei privilegi personali all’interno del sistema politico.
Ribadiamo che la proposta trasversale della gran parte dei politici in Consiglio Regionale di ridurre il numero dei componenti del Consiglio da 80 a 60, per l’abbattimento dei costi della politica non più sostenibili, è una proposta demagogica e un ennesimo taglio alla democrazia. Tale proposta implicherebbe la negazione di rappresentanza a tutte le minoranze presenti nella realtà sarda e con scarsi risparmi per le casse pubbliche.
Flotta Sarda
CONTINUITA’ TERRITORIALE – FLOTTA SARDA – INSULARITA’
Sulla polemica fra varie forze politiche sul fatto che “due navi non costituiscono una flotta”.
Il dato politico è che per la prima volta la RAS, a fronte di un aumento spropositato delle tariffe del trasporto navale attuato dal cartello degli armatori (Moby-Grimaldi etc.) che insieme alla Tirrenia controllano il traffico marittimo da e per la Sardegna, prende una netta posizione in difesa del diritto (spesso disatteso) della mobilità per persone e merci.
Fino ad oggi un fatto del genere non era mai successo in questo particolare settore. Se è vero che due navi non fanno una flotta, è altrettanto vero che un intervento (che copre il 5% del “mercato – trasporto marittimo”) ha determinato, da parte del cartello, una rapida marcia indietro con ridimensionamento dei costi del trasporto.
Nel frattempo, un altro cartello che vede sempre fra i partecipanti gli armatori Onorato e Grimaldi, sta tentando la scalata alla Tirrenia, cercando sul modello del “caso Alitalia” di acquisire il naviglio, le rotte e le sovvenzioni statali previste per la loro gestione ad un prezzo da fallimento. Ovviamente cercando di scorporare dall’”affare” i “debiti Tirrenia” che dovrebbero essere lasciati allo Stato italiano e quindi pagati dai contribuenti.
Lo stesso cartello, prendendo posizione contro il “calmieramento” dei prezzi del trasporto attuato dalla RAS, minaccia di abbandonare “l’acquisizione della Tirrenia” qualora lo Stato italiano non intervenga sulla RAS per imporre il ritiro dell’”operazione flotta sarda”, che comunque rappresenta una rottura dei cartelli dei trasporti marittimi.
Bonifiche, il TAR richiamala Protezione Civile “Niente più segreti sul G8”
Venerdì, 24 giugno 2011
Accolta la richiesta di accesso agli atti amministrativi Il dipartimento dovrà mostrare tutte le carte entro 30 giorni. Rifiuti fantasma e risanamenti lasciati a metà. Niente più segreti: il Tar del Lazio ordina alla Protezione civile di rendere pubblico tutto il materiale sulle bonifiche lungo i moli dell’ex arsenale. È una vittoria personale del consigliere regionale Claudia Zuncheddu (gruppo Sel-Comunisti-Indipendentisti): come componente della commissione per l’Ambiente aveva fatto richiesta d’accesso agli atti amministrativi.
Mesi fa quegli atti erano stati all’inizio in parte negati con il sistema del “silenzio”, equivalente sul piano procedurale a un secco no. Ma ora la sentenza costituisce, indirettamente, un sostegno in più per il magistrato che indaga sul risanamento mancato nel mare dinanzi al Main Conference, il sostituto procuratore di Tempio Riccardo Rossi.Da oggi dovrebbe così essere possibile riempiere i buchi informativi. Per via dei top secret imposti in passato dall’organizzazione del G8, infatti, la struttura guidata dal commissario governativo Bertolaso era sempre stata avara di notizie. Adesso il velo di riservatezza dovrà cadere.Grazie alla sentenza del tribunale del Lazio, che di fatto chiama in causa la presidenza del Consiglio, si aprono nuovi scenari. Forse si capiranno meglio le ipotesi di corruzione, la lievitazione dei costi, i subappalti dei subappalti (sino a 30 le società coinvolte), le conseguenze ambientali. E apparirà più chiara un’altra serie di questioni scottanti. Intanto, quali sono state le discariche realmente usate dalle imprese incaricate di queste operazioni dalla Struttura di missione. Poi, le strade seguite nella eliminazione dei rifiuti. Infine, le quantità di scorie effettivamente distrutte e quelle rimaste in quel tratto di arcipelago. Dalle carte consegnate sinora ai rappresentanti delle diverse istituzioni che a vario titolo indagano sulla faccenda è infatti emerso un quadro contraddittorio. Con numeri e dati diversi forniti alla Provincia Olbia-Tempio, all’Arpas, al ministero dell’Ambiente, al Parlamento dalla Struttura di missione.