Cacip: nuova discarica dell’inceneritore di Macchiareddu – La Commissione Europea non finanzia “revamping” Tossilo
L’INCENERIMENTO dei RIFIUTI è considerato in Europa una “pratica criminale”. Per gli scienziati è “un crimine contro l’umanità”. Per i sardi è una “storia infinita di disastri ambientali e di morte”… Per altri “puro business”.
In controtendenza mondiale, la Politica sarda promuove inceneritori e discariche. Il 2 settembre al Cacip, all’interno della procedura di Valutazione di Impatto Ambientale, è stato presentato il progetto della nuova discarica di servizio all’inceneritore di Macchiareddu. Nascerebbe nel comune di Uta a meno di due km dalla Casa Circondariale e di una Comunità terapeutica. Nulla è trapelato sui nuovi forni. L’unica traccia certa è la concessione di un primo contributo di circa 40 milioni di euro. L’informazione alla cittadinanza è stata insufficiente. Eppure secondo il Principio di Precauzione, previsto dalla normativa europea per i progetti a forte impatto ambientale, ai cittadini dev’essere garantito l’accesso all’informazione e alla partecipazione. Il mezzo scelto dal Cacip per informare la cittadinanza è stato il quotidiano sardo meno letto nel sud dell’Isola: La Nuova Sardegna.
Mentre a Macchiareddu si promuove la discarica e si profilano nuovi forni per incenerire, il revamping di Tossilo, contro cui c’è stata una forte mobilitazione popolare, viene di fatto bocciato dalla Commissione Europea. Nel corso del negoziato con la CE sul POR FESR che si è svolto da luglio 2014 fino all’approvazione del Programma avvenuta il 14 luglio 2015, la Commissione ha più volte espresso la sua netta contrarietà al finanziamento di impianti per il recupero di energia attraverso il revamping di termovalorizzatori esistenti. La bocciatura di Tossilo va inquadrata in questo contesto poiché è in contrasto con la gerarchia dei rifiuti comunitaria (Direttiva 2008/98/CE art. 4) che, come ribadito anche nell’accordo sottoscritto con la UE dall’Italia, “si considera prioritaria la prevenzione…” con la riduzione della produzione di “rifiuti”, il riutilizzo e il riciclaggio. Per garantire la salute ambientale e pubblica il conferimento in discarica e l’incenerimento vanno ridotti sino alla dismissione degli impianti esistenti.
Le politiche attuate dall’attuale Giunta Regionale e il Decreto Renzi, attuativo della legge 133/2014 ex Sbloccaitalia, risultano già pericolose per la salute ambientale: a ferragosto il ministro Galletti ha rilanciato gli inceneritori esistenti e il loro potenziamento, in contrasto a quanto dichiarò in un recente convegno a Cagliari.
Claudia Zuncheddu
Sardigna Libera
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