Le mie osservazioni al PPR di Cappellacci
Mentre si consumano gli appetiti elettorali, alcuni aspiranti politicanti dimenticano che la buona politica (quello di cui i sardi hanno bisogno) è la gestione intelligente del bene comune. Che, oggi più che mai, va difeso e valorizzato. Con i fatti, e non a parole.
Come anticipato qualche giorno fa dagli amici del Gruppo di intervento Giuridico, ieri scadevano i termini per presentare osservazioni al nuovo Piano Paesaggistico varato da Cappellacci.
Ho già avuto modo di esprimermi su questo dissennato piano di stravolgimento del delicato equilibrio ambientale e paesaggistico della nostra Isola. Progetti speculativi, svendite e “saccheggi” stanno minando questo immenso patrimonio (una delle poche ricchezze rimaste ancora nelle mani dei sardi). È quindi nostro preciso dovere preservarlo e valorizzarlo.
Ma insieme all’opposizione “politica”, che è stata fatta e si continuerà a fare nelle opportune sedi istituzionali, è necessaria anche una opposizione “tecnica”: anche per questa variante al Piano Paesaggistico, come per tutti i progetti d’interesse per il nostro territorio, ho preso in mano le carte e le ho studiate insieme ai miei collaboratori e agli esperti del settore. Così, ieri pomeriggio, ho potuto trasmettere agli organi competenti un elenco di venti osservazioni tecniche al “PPR Cappellacci”. Auspico che, insieme alle centinaia di osservazioni trasmesse dai cittadini e dalle associazioni ambientaliste, possano essere utili a bloccare questo piano disastroso.
Il compito di chi esercita un mandato politico è quello di operare nell’interesse della collettività. Ma per fare questo occorre avere l’umiltà di mettersi a studiare, di confrontarsi, di elaborare soluzioni che siano compatibili con il territorio e la salute delle popolazioni.
Spesso i progetti si bloccano non grazie alla politica, ma grazie alla tecnica: è proprio sui “tecnicismi” che si possono bloccare pericolose centrali inquinanti. È sui “tecnicismi” che si possono bloccare progetti speculativi di estrazione di idrocarburi dal sottosuolo. Ed è sempre sfruttando i “tecnicismi” che sono riuscita a levare il Segreto di Stato alle carte che svelavano rapporti e affaires delle lobby e delle cricche che hanno sottratto milioni di euro alle casse della nostra Regione (e per la quale continuiamo a chiedere al Presidente Cappellacci di costituirsi parte civile al processo che si celebrerà a gennaio 2014).
Qualche attento osservatore ha fatto notare che, sul PPR di Cappellacci, si sono spese troppe parole e pochi fatti. Condivido l’osservazione e aggiungo: una parte consistente della classe politica presente e futura si sta pericolosamente chiudendo in sé stessa, troppo impegnata a parlare di coalizioni, candidature ed elezioni. Troppo impegnata a parlare di poltrone.
La quattordicesima Legislatura si concluderà fra qualche mese: possiamo realmente permetterci di dimenticare che, oltre alla politica legata alle campagne elettorali, c’è bisogno di difendere gli interessi della Sardegna?
Claudia Zuncheddu
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