In merito a quanto sta avvenendo nel quartiere Castello a proposito dei lavori in corso sulle rovine del Palazzo Aymerich, sostengo che il grido d’allarme lanciato dagli abitanti del quartiere, dal Gruppo d’intervento giuridico, dagli Amici della terra e da tutti gli ambientalisti, non sia da sottovalutare.
Le gravi preoccupazioni vertono su un anomalo intervento di demolizione all’interno delle mura dello stabile.
L’edificio, compreso il suo portico Laconi (che metteva in comunicazione la via La Marmora con la via dei Genovesi), come testimoniano i muri portanti poggia su strutture architettoniche medievali. Inoltre i segni d’ispirazione neoclassica dell’intervento dell’architetto Cima sono ancora visibili nei ruderi ancora esistenti.
Le bombe del ’43 distrussero tutto il lato sud del palazzo. Nel lato nord di via La Marmora è rimasto integro il piano terra, così pure sono rimasti integri il piano terra e il primo piano nel lato di via dei Genovesi. Quindi si salvarono reggendo al peso delle macerie i locali coperti a volta. Così certificano recenti studi.
Ma questi locali dotati di copertura a volta, perfettamente integri, devono essere abbattuti anche questi o fanno parte della componente da preservare in quanto elementi della struttura dell’edificio e della memoria storica cittadina?